Il mitico Esercito di Terracotta, l’ottava meraviglia del mondo simbolo di una gloria immortale

Un esercito imponente, uno schieramento invincibile di 8000 soldati, 130 carri e 670 cavalli, un assetto compatto e indivisibile, i guerrieri fieri e impettiti nelle loro uniformi da 2.200 anni. È il mitico esercito di terracotta, uno dei siti archeologici più importanti del mondo conosciuto. Annoverato tra le scoperte più rilevanti del XX secolo, questo immenso capolavoro senza eguali si trova in Cina, più precisamente a Xi’an, prima capitale dell’Impero Celeste. Il legame con questo luogo attesta ulteriormente le origini antichissime del leggendario esercito di terracotta. Il fitto complesso di statue, tutte a grandezza naturale, apparteneva infatti al mastodontico Mausoleo di Qin Shi Huang, il primo Imperatore della Cina, salito al trono all’età di soli 13 anni e fautore dell’unificazione territoriale del Paese grazie a quello stesso esercito di Stato che ormai da millenni sorveglia la sua tomba, dopo averlo accompagnato in pompa magna nel suo viaggio per l’aldilà.

Pechino

L’esercito di terracotta rappresenta così un vero e proprio status symbol, a immagine della grandezza e del vigore non solo del primo imperatore e del suo esercito, ma di quella Cina che già agli albori trasudava imponenza, rispettabilità e valore. Basti soltanto pensare alle cifre legate alla realizzazione di questo incredibile capolavoro d’arte antica, che richiese ben 40 anni di lavoro e la manodopera di 700.000 artigiani. Il risultato è un complesso monumentale unico al mondo, in cui i valorosi soldati d’argilla bruna sono accompagnati da un ricco seguito di musicisti, acrobati e concubine, gru e anatre, plasmati nei minimi dettagli, con un’arte e una tecnica degne del grande imperatore, che potesse godere di un trattamento regale anche nell’aldilà. La scoperta di questo prezioso tesoro d’argilla si deve a dei fortuiti contadini cinesi, che nel 1974, scavando un pozzo, rinvennero casualmente i primi reperti. Da qui iniziò una strenua campagna di scavi che portò alla luce tre siti, denominati oggi in gergo tecnico Fossa1, Fossa2 e Fossa3, il giaciglio che per ben 2000 anni ha conservato e custodito gelosamente i guerrieri dell’imperatore.

Successivamente, nel 1987, il Mausoleo con tutta la sua guardia furono nominati Patrimonio dell’Unesco. Il presidente francese all’epoca della scoperta, Jacques Chirac, affermò:

"Ci sono sette meraviglie al mondo, ma con la scoperta dell’Esercito di Terracotta, possiamo dire di aver trovato l’ottava. Nessuno che non abbia visto le piramidi può affermare di aver visitato l’Egitto, e adesso io posso dire con fermezza che nessuno che abbia visto l’Esercito di Terracotta può affermare di aver visitato la Cina".

Dietro queste parole si cela tutta la consapevolezza dell’importanza storica e culturale che l’esercito di terracotta rappresenta, in un’epoca in cui ben poco ancora si conosceva del misterioso mondo serico. Con il rinvenimento del sito infatti non sono state portate alla luce solamente delle statue in argilla dalla manifattura provetta, ma è risalito in superficie un mondo altrimenti perduto, sommerso per millenni tra le montagne e ricoperto da germogli di bambù. Grazie a quei provvidenziali contadini è scampato all’oblio un glorioso patrimonio di usanze e tradizioni, una chiara testimonianza della cultura e della tecnologia, non solo militare, che già ai tempi della lontana dinastia Qin era sorprendentemente ricca e innovativa.

I minimi dettagli della minuziosa lavorazione mostrano acconciature, calzature, armature e mezzi, che tanto ci rivelano di quel mondo esotico che era l’antica Cina. Basta dare uno sguardo più da vicino per scoprire i volti, le espressioni, tutte diverse, le distinzioni dei guerrieri per compito e grado, come espresso dalla foggia degli abiti, dalle armi e dalle ordinate pettinature. Si riscoprono degli uomini coraggiosi, devoti e spavaldi, pronti a tutto pur di tenere alto l’onore dell’imperatore, della patria e dei vessilli che stringono tra le mani. Gli archeologi sostengono che ancora molto della mitica armata sia da riportare alla luce, il Mausoleo di Qin Shi Huang ricopre infatti un’area di 56 chilometri, ettari ed ettari di fascino e mistero che hanno tenuto e terranno ancora incollati a sé generazioni di studiosi e visitatori, vinti dalla bellezza e accattivati dai segreti sommersi dell’ottava meraviglia del mondo. Questo è forse l’emblema più forte e caratterizzante di tutta la Cina millenaria, il tratto distintivo di un popolo fiero, lungimirante, autentico, illustre, il simbolo di una grandezza destinata all’immortalità, questo è l’esercito di terracotta.

Anthea Claps

Anthea Claps

Laureata in Filologia classica presso l'Università Federico II di Napoli, ha una grande passione per l'arte, la musica e i viaggi. Animata da insaziabile curiosità, sostiene l'importanza della cultura e del "never stop training".

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