La Città Proibita: a Pechino al di là della Porta Celeste, la dimora del Figlio del Cielo
Nel centro pulsante di Pechino, leggendaria capitale in continua evoluzione, un tesoro di inestimabile valore nasconde la sua bellezza agli sguardi indiscreti dei visitatori di Piazza Tienanmen, custodito al sicuro da alte mura di protezione. Ma varcata la soglia della Porta Celeste, questo luogo dal fascino misterioso è pronto a svelarsi ai suoi ospiti, custode attento di un passato glorioso. E il fascino misterioso è tutto racchiuso in un nome in grado di evocare suggestioni e segreti da scoprire con la curiosità di un moderno esploratore alla ricerca del paradiso perduto. La Città Proibita, Zǐjìn chéng, simbolo ed emblema di un’eredità imperiale dalla storia millenaria.

Residenza ufficiale di 24 imperatori delle ultime due dinastie cinesi, Ming e Qing, questo luogo impenetrabile ha protetto per più di cinque secoli i suoi speciali abitanti, accogliendoli in uno scenario senza tempo. Interdetto infatti l’ingresso alla gente comune, pena una morte lunga e dolorosa, la città ospitava l’imperatore e la sua corte, composta da guardie personali e innumerevoli concubine sempre in lotta per ottenere il favore del loro Signore. Costruita tra il 1406 e il 1420 da un esercito composto da più di un milione di operai, la Città Proibita acquisì l’aggettivo di “purpurea” grazie ad un’antica storia narrata nell’opera Shiji, “Memorie storiche”, da Sima Qian, considerato il fondatore della storiografia cinese. In quella che rappresenta una delle prime antiche cronache cinesi, l’autore raccontava che come il Dio del Cielo dimorava nel Purpureo Recinto, costituito da una costellazione formata da quindici corpi celesti raggruppati attorno alla Stella del Mirto Purpureo, così l’imperatore, considerato il Figlio del Cielo, doveva vivere in una città purpurea al centro del mondo terrestre.
E così la Città fu eretta secondo l’antica iconografia astrologica cinese, coniugando simbologie e leggende religiose in un dedalo di strade e maestosi palazzi, costruiti con i materiali più preziosi provenienti da tutti gli angoli dell’Impero e dominati dal giallo, colore utilizzabile solo dall’imperatore, e dal rosso, simbolo di felicità e fortuna secondo la cultura tradizionale cinese. Draghi, fenici e leoni, animali simbolici nella cultura tradizionale, impreziosivano invece i pregiati tetti. Il palazzo imperiale, ricoprendo un’area di 72 ettari circondata da un alto muro protetto da uno speciale corpo di guardia, comprendeva due corti distinte, il cui ricorreva il numero tre per ricordare il trigramma Quiang che simboleggia il Cielo La corte esterna, che ospitava le grandi cerimonie presiedute dall’imperatore come l’annuncio del nuovo calendario lunare durante il solstizio d’inverno, era costituita infatti da tre edifici principali, ognuno caratterizzato da una specifica connotazione. Il Palazzo della Suprema Armonia, Taihe Dian, era l’edificio più importante dell’intera Città poiché, oltre ad essere il luogo in cui l’imperatore si prepara per i riti sacrificali al Tempio del Cielo, ospitava l’importante sala del Trono del Drago degli Imperatori, dove avvenivano le cerimonie di incoronazione.
Dietro di esso, il Palazzo dell'Armonia Centrale, Zhonghedian, costituiva il luogo di riposo dell'imperatore prima degli impegni ufficiali, mentre il Palazzo della Preservazione dell'Armonia era destinato ad ospitare i banchetti e gli esami imperiali. La corte interna, riservata invece alle residenze, era composta da tre strutture principali: il Palazzo della Purezza Celeste, luogo in cui gli imperatori dormivano, il Palazzo della Grande Unione, dove erano custoditi i sigilli imperiali, e il Palazzo della Tranquillità terrena, ospitante la camera nuziale dell’imperatore e della sua consorte. Dietro questi edifici principali, si ergevano nel loro splendore sei palazzi orientali e sei palazzi occidentali, trasformati oggi in sale espositive dove poter ammirare parte del tesoro imperiale e interessanti mostre temporanee. Tre affascinanti giardini, impreziositi da particolari sculture di roccia come la Collina dell’Eleganza Accumulata, Dui Xiu Shan, con in cima un piccolo tempio dove l’imperatore e le sue concubine erano soliti salirci ogni nono giorno del nono mese lunare, e due Santuari imperiali incorniciavano la città, rendendola uno dei luoghi più suggestivi del mondo.
Trasformata a partire dal 1925 in Museo della Città Passata, la Città Proibita è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, consegnando al mondo uno dei tesori più belli della storia dell’uomo.